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CANTO ANTICO
Canto antico per il mio bambino,
dormi e sogna io ti affido
nelle braccia di Mama Ashu,
dove non avrai paura e non sentirai freddo.
In un bosco di ontani verdi
alcuni anni fa, tra due fiumi,
regalarono una piccola casa
a Gesù e a Mamà Ashukita.
In una notte oscura
dove nemmeno la luna si vede
i fiumi impetuosi non lasciano dormire.
Mamma e Figlio si lamentano,
“è meglio andare sull’altopiano!”
Così lasciano Chuckpin molto presto,
spronando il loro asinello,
i pastori esclamano: “guarda dove era seduta
la Santa Vergine Maria!”
Ciao, ciao, così salutano,
stanno già arrivando all'altopiano.
“Che bello, mamma!” grida Gesù,
“i pastorelli e il laghetto!”
I pastorelli nelle loro capanne
danno il benvenuto ai nuovi arrivati:
“che bel bebè e che bella mamma!
i loro volti brillano come l’oro!”
Papà vado a pascolare a Chacas.
Dio, mio Papà, voglio incontrare amici.
Mammina andiamo sempre all'altopiano
dove ci sono bambini, asini e mucche.
Fu così che la Santa Vergine Maria
disse in sogno alle nostre mamme:
“Voglio che costruiate una nuova casa
bella e grande vicino al laghetto.”
La mia nonna sempre mi raccontava
questa storia che così concludeva:
“Chacas, Chacas, non ti dimenticare,
Mama Ashu è venuta a cercarti.”
Nel 1980, per la festa di Maria Assunta in cielo,
patrona di Chacas, padre Ugo scrisse questo
canto usando la dolce melodia di una canzone
di Robi Ronza, dedicata dall'autore agli amici
che lasciarono l'Italia per recarsi come
missionari in Brasile nelle favelas.
Questa ninna nanna nei primi anni
dell’Operazione Mato Grosso era cantata alle
serate di riflessione dopo un giorno di lavoro.
ROSSA SERA, BELO HORIZONTE
https://youtu.be/0kBge-zxhm8?si=EoTA88ooSODjfrWE
Le parole ricordano il racconto di un anziano
di Yanama e narrano una leggenda popolare
sulla storia di Mama Ashu e la nascita di
Chacas.
Padre Ugo lo ascoltó con attenzione e
curiositá.
E volle farne un canto per non perderne la
memoria.
Per la parte in lingua quechua è stato aiutato
da Roger e Mañuco che in quel periodo
vivevano nella casa parrocchiale.
… La mia nonna sempre mi raccontava
questa storia che così concludeva:
“Chacas, Chacas, non ti dimenticare,
Mama Ashu è venuta a cercarti.”
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