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El Santo cow boy

Giovanni Torre


Traduzione

IL SANTO COWBOY

  

Un cavaliere attraversa le verdi praterie

lasciando dietro di sé una nube di polvere. 

È il cowboy don Bosco 

che rischia la sua vita,

l'obiettivo è così chiaro: 

salvare i ragazzi. 

  

Dai andiamo, dai andiamo, 

dai andiamo!

  

Si affaccia dalla roccia, 

scruta l’orizzonte, 

la nave pirata sta per salpare. 

Al ritmo del tamburo 

muovono i remi,

i ragazzi se ne vanno 

schiavi del mondo.  

  

Si lancia al galoppo, spara in aria, 

girando nel vento 

il suo lazo campione. 

Dal profondo del cuore 

i ragazzi alzano le loro grida 

quando riconoscono

il loro santo cowboy. 

  

Dai andiamo, dai andiamo, 

dai andiamo!

  

La forte corrente trascina la nave, 

è un fiume di cioccolato, 

che dolce viaggiare!

Don Bosco grida: 

"c'è una cascata!" 

"Attenzione ragazzi, 

remate all’indietro!"

  

All’indietro! Dai andiamo! 

  

Questa è la tua storia, 

o illustre ragazzo,

che sogni soltanto 

di trionfare nel mondo.

I pirati del diavolo 

incatenano la tua vita

e continui a sognare 

che sia libertà. 

  

Arriva don Bosco, ti offre una meta,

risveglia il tuo cuore dal sonno. 

A mani giunte, accogli il fratello,

galoppa a fianco del santo cowboy.

  

Dai andiamo, dai andiamo, 

dai andiamo!

 


Commento

“El santo cowboy” è stato un parto veloce. 

Non so spiegarmi perché alcune canzoni 

nascono così, da sole, come diceva il 

mitico Vasco.

Mi trovavo a Pomallucay e Michele 

(attualmente padre Michele Pieravanti) era 

seminarista e mi chiese di scrivere la 

canzone per il Concorso dell'Oratorio 

di quell'anno, perché si avvicinava 

rapidamente la Festa dei Catechisti.

Don Bosco in questa canzone si veste da 

cowboy, in un personaggio che ricorda un 

po' Zorro a noi che da bambini ne vedevamo

 la serie televisiva. 

Ed è il liberatore della gioventù che 

purtroppo facilmente diventa schiava 

del mondo.

La schiavitù è raffigurata nei rematori 

di una nave pirata, ma in realtà pensavo 

alla deportazione di San Vincenzo de 

Paoli, che quell'anno era stato scelto 

da p. Ugo come tema del ritiro spirituale. 

Era quindi un richiamo abbastanza

intuitivo per chi cantava.

Schiavi che remano al ritmo di un tamburo, 

estenuati, senza neanche più la forza per 

pensare. 

Quando don Bosco si presenta nella nostra 

vita, incita ad alzare lo sguardo verso una 

meta che, se perseguita con tenacia, libera 

da quella schiavitù.

La canzone venne fuori in un paio d'ore 

ma risultò entusiasmante!

Che bello vedere gli oratoriani simulare 

il galoppo, sparare in aria, applaudire 

a ritmo e poi... giungere le mani.


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