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Canto scritto nel 1993 quando padre Daniele
è rientrato per fermarsi un periodo in Italia.
Lui stesso spiega come è nato il testo della
canzone.
Dopo la sua morte questo canto è diventato
la sua eredità, come un messaggio che ha
voluto lasciarci.
Prima infatti, neppure si cantava, tanto meno
si conosceva.
Padre Giorgio volle anche tradurlo in
spagnolo e venne insegnato in missione.
Si aggiunse in seguito, con l’aiuto di sua
sorella, una strofa che racconta di Daniele.
Il canto ci ha poi accompagnato nei momenti
di dolore per la morte di altri amici cari.
Commovente ascoltare la sua voce registrata:
“Dove sei, l’ho scritta in un momento
particolare: mi erano giunte in una settimana
due lettere,
scritte per la morte di persone care. Leggevo
proprio la morte (...) in un modo particolare:
dando la vita per gli altri.
Una era quella di Battistino che ha perso la vita
insieme ad un amico in Perù, nel tentativo di
scalare la parete nord del Huascarán.
L’altra lettera cara (...) Stefano, il bambino di
due mesi di Dario e Fiammetta, morto in un
incidente in auto con i genitori, si stavano
recando a lavorare in gruppo con i ragazzi
dell’OMG.E sempre in me il ricordo caro di
Giulio Rocca, volontario dell’OMG
assassinato in Perù nel 1992 dal gruppo
terroristico Sendero Luminoso.
Da una parte questo chiedersi “Dove sei”,
la parte umana, il dolore.
Una risposta a questa domanda con il
ritornello che dice: “Non piangere, gioia,
tesoro è dare la vita per me, ti consolerò
con la mano di chi umile vive per me”.
Con l’affetto delle persone che stanno
dando la vita, che vivono per Gesù, che
cercano solo Gesù.
Solo loro ci possono venire vicino,
consolarci.”

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