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DONDE HAY AMOR TE BUSCARÉ
Como sombra es la vida,
corta y triste, ¡qué partida!
Viene y pasa en un momento,
nube se la lleva el viento.
Él que querrá
salvar su vida entera ¡la perderá!
¿El mundo a qué le servirá?
Donde hay amor, Jesús te buscaré,
como un niño me encaminaré.
A manos juntas tu nombre diré,
mano abierta al hermano daré.
Nuestra vida coronemos
de graneros siempre llenos.
La cultura obligada,
el buen éxito agrada.
Lo que tú has,
dáselo a los pobres: rico serás.
Luego, ven pronto y sígueme.
Por un pobre sin comida,
forastero, con herida,
no dejarte conmoverte:
¡no podrá recompensarte!
Todo lo que
hiciste por un hermano, te diré,
por mí mismo lo hiciste.
Para el hombre, triste suerte,
sin escape es la muerte.
Disfrutemos de los bienes
¡estar tranquilos nos conviene!
¡Necio! porque
la vida esta noche te pediré.
¿El mundo qué te servirá?
Donde hay amor, Jesús te buscaré,
como un niño me encaminaré.
A manos juntas tu nombre diré,
mano abierta al hermano daré.
Él que querrá
salvar su vida entera ¡la perderá!
¿El mundo a qué le servirá?
Nel 1993 padre Daniele rientra in Italia per
alcuni mesi.
Scrive questo canto dietro invito di un amico.
Quando lo invia gli spiega il significato del
testo, attraverso la sua voce registrata su
una cassetta:“Carissimo Angelo,
per me è molto semplice: da una parte c’è
tutta una visione del mondo anche,
soprattutto, riferita al Libro della Sapienza,
secondo capitolo.
E un po’ anche “El reloj de la vida” (un
racconto scritto dal padre Ugo che
rappresenta la vita di ognuno scandita
come un orologio. In questo percorso
manca però l’ultima ora, quella della
morte, il nostro mondo ci porta a
cancellarne il pensiero).
Dall’altra parte solo il Vangelo, con la botta
dura di Gesù che mette in luce e smaschera
l’imbroglio del nostro mondo.
Ho usato le parole del Vangelo per questo.
Nel ritornello c’è il desiderio mio,
di ognuno di noi,
di cercare… ecco… chi ci salva…
dove cercarlo?
Dov’è l’amore.
Per amore intendo… ho voluto mettere
proprio le persone care, che con la loro
vita, con il bene che ci fanno…
come assaporare qualcosa di questo
amore buono che può venire da Dio.
Dov’è l’amore io ti cercherò.
Come un bambino mi incamminerò.
Devo proprio farmi semplice, buttare
via la testa, ritornare piccolo,
incamminarmi.
A mani giunte il tuo nome dirò,
mani aperte al fratello darò.”
I ragazzi dell’oratorio di Faenza lo
canteranno in un loro recital su
Don Bosco.
È conosciuto anche col titolo
“Come ombra”.
Al padre Ugo piacque molto questo
canto e lo volle immediatamente far
tradurre in spagnolo.
Fu lo stesso padre Daniele ad
arrangiarne il testo e ad insegnarlo
in Perù.
Nell’anno 1994 venne usato
per tutti i Ritiri Spirituali delle diverse
missioni in America Latina, come
spunto di riflessione e meditazione.

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