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OH, QUANTA NOSTALGIA
Vorrei avere i tuoi occhi Madre,
mentre contempli il bambino Gesù,
tutta la tua tenerezza, tutta la Tua fede,
oh, quanta nostalgia…
Vorrei avere le tue mani Mamma,
mentre tessi per il tuo giovane Gesù,
tutto il tuo affetto, tutta la tua fede,
oh, quanta nostalgia.
Vorrei avere…
vorrei stare…
ti penso Mamma,
e chiamo con un filo di voce,
quanta nostalgia,
nostalgia di Gesù,
e chiamo con un filo di voce,
quanta nostalgia,
nostalgia di Gesù.
Vorrei avere i tuoi piedi Mamma,
per accompagnare Gesù,
il tuo amore,
tutta la tua umiltà,
tutta la tua fede,
oh, quanta nostalgia…
Vorrei avere le tue braccia Madre,
quando ricevi Gesù dalla croce,
tutto il tuo abbandono,
tutta la tua fede,
oh, quanta nostalgia.
Vorrei avere…
vorrei stare…
ti penso Mamma,
e chiamo con un filo di voce,
quanta nostalgia,
nostalgia di Gesù,
e chiamo con un filo di voce,
quanta nostalgia,
nostalgia di Gesù.
Saudade, famosissima parola brasiliana
che non ha un termine corrispondente
in altre lingue, si traduce, solitamente
in “nostalgia”, ma la saudade è qualcosa
di molto più profondo e doloroso.
Una bambina, una volta aveva spiegato
che la saudade di qualcuno,
è l’amore che resta, quando la persona
non è più con noi, l’amore per questa
persona, ma anche l’amore di questa
persona.
E così, Federico, che sentiva
profondamente la “Saudade de Jesus”,
immagina di poter avere gli occhi,
le mani, i piedi, le braccia di Maria,
con i quali la Madre ha potuto
accompagnare tutta la vita del Figlio.

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