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BALLATA DELLA CARITÀ
Se per me la pioggia sotto il tetto
è una dolce ninna nanna,
al mio povero fratello,
quella fredda e cruda pioggia
gli devasta la baracca
ed infanga il pavimento.
Se per me il vento tra le piante
è notturna melodia;
il mio povero fratello,
sente il vento con angoscia
perché il sibilo crudele
gli distrugge la baracca.
Come posso avere un sonno quieto
se nel giorno ch'è passato
ho incrociato le mie braccia?
Come posso esser felice
se al mio povero fratello
ho tenuto chiuso il cuore
rifiutandogli il mio amore?
Canzone popolare brasiliana degli anni ‘70,
in cui viene sottolineato che alcune situazioni
che per una persona normale possono essere
piacevoli, come il tintinnio della pioggia sul
tetto della casa, per chi è povero, possono
trasformarsi in gravi difficoltà, la pioggia che,
per esempio, può arrivare a distruggere
baracche fatte di fango e paglia, in cui
ancora oggi vivono molte famiglie in tutto
il mondo.
Questa ballata vuole anche essere un richiamo
alla responsabilità individuale di fronte ai poveri
del mondo, che sono sempre più numerosi,
e sempre più poveri: come si può dormire
tranquillamente, se, di fronte al mio fratello
povero, tengo le braccia conserte e non faccio
nulla per aiutarlo?
Di fronte ad una società sempre più cieca e
sorda, dove l’individualismo ha la meglio,
ricordarsi di chi ha meno di noi, è un continuo
richiamo alla responsabilità di ogni persona,
che dovrebbe spingere ciascuno a tendere
le mani verso chi è in difficoltà.
Riferimenti:
Musica brasiliana - autori originali citati non
da tutte le fonti
- Irene Gomes, Rita de Cássia e Ribeiro
link alla vecchia versione- alcune differenze
anche negli accordi
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