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Questo brano è nato in una giornata mentre
camminavo in montagna.
Mentre andavo, immerso nel silenzio del
bosco e circondato dalla bellezza naturale,
dentro di me pensavo al senso della vita
che scorre e passa veloce.
Nel mio cuore erano giorni che correvano
le parole del filo d’oro che il padre Ugo
aveva utilizzato a quella serata del 7 marzo
2005 a Sondrio in Valtellina.
Così, mi sono ispirato alle sue parole.
Quella sera, all'auditorium Torelli di Sondrio,
Padre Ugo ci ha stupito tutti presentando
ad una miriade di Alpinisti ciò che per lui
significa il senso del legarsi in cordata.
Da qui tra le montagne, la bellezza naturale
ed il silenzio dell’anima è nata questa
canzone.
Ecco IL FILO D’ORO, un filo invisibile
che unisce tutti i cuori di coloro che
cercano di regalare la propria vita
agli altri.
“La corda con cui voi dovete legarvi
è un intreccio di fili, ecco i fili
l’azzurro, il cielo delle Ande, l’acqua
dei laghi, la vegetazione, le stelle,
l’aria pulita
il violetto: l’umiltà e la penitenza,
la povertà della gente, la semplicità,
gente che vive sui fianchi e alla base
di queste montagne
il rosso: l’amore e la gioia necessaria
per questa avventura.Il sacrificio che
dà la perfetta allegria.
Conquista, si soffre
Il bianco, la pagina dove dovete
scrivere i nomi dei compagni di cordata,
per quest’avventura delle guide, delle
persone che volete aiutare,
ecco la corda.
Ho lasciato fuori una cosa importante,
ma questo filo d’oro non lo vedete.
Poiché non si vede, uno può anche
trascurarlo, anche voi potete farlo,
anche voi potreste perderlo,
o lo avete già perso, …
visto?... l’errore,
l’errore tragico, disastroso….
Il filo d’oro è come l’anima,
della stessa
sostanza dell’anima”

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