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IL TRENO DELL'ORATORIO
Arriva il treno dell'oratorio,
sali anche tu?
Il biglietto è gratuito,
basta un sorriso, urrà!
Macchinista infaticabile
è don Bosco educatore,
dai finestrini
cantano a gran voce.
Alé, dai! Dai don Bosco amico.
Alé, dai! Ancora una volta.
Alé, dai!
Io vado felice con te all'eternità.
Si sentono inni dal primo vagone,
si ripetono forti applausi
al ritmo del motore,
sono i bambini
che non smettono di cantare:
"contro l'odio rispondiamo carità".
I catechisti nel secondo vagone,
li benedicono con amore i sacerdoti.
I più decisi gridano:
"io resterò fedele ai giovani".
E i genitori viaggiano in terza carrozza,
ci salutano
con le loro mani mentre passano:
"Andiamo insieme per essere sicuri che
i nostri figli
non scendano da questo treno".
Il quarto vagone viaggia pieno,
puoi vedere le mani dei poveri
che con le loro voci supplicanti chiedono:
"non andate via, non smettete di aiutarci".
Io che vedo meravigliato questo convoglio,
indeciso tra il mondo e la verità,
non posso più fermarmi, vado anch'io
con un salto sull'ultimo vagone.
Alé, dai! Dai don Bosco amico.
Alé, dai! Ancora una volta.
Alé, dai!
Io vado felice con te all'eternità.
Arriva il treno dell'oratorio,
sono salito anch’io.
Il biglietto è gratuito,
basta un sorriso, urrà!
Macchinista infaticabile
è don Bosco educatore,
dai finestrini canto a gran voce.
“El tren del Oratorio” è una “figura” che mi
stata suggerita da mia moglie Cristina che,
finora non l’ho detto, ha partecipato molte
volte alla composizione delle canzoni con
preziosi consigli.
Immaginiamo l’oratorio come un convoglio
di vari vagoni che trasportano ragazzi,
famiglie e poveri.
Tutti siamo invitati a salire a bordo!
Il macchinista, conduttore infaticabile,
è naturalmente don Bosco ed il ritornello
è un coro di tifosi che lo acclama cantando
il nome del Concorso dell’oratorio di
quell’anno: “Alé, dale Don Bosco!”

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