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DON BOSCO CUOCO
La televisione ci dice che
dobbiamo pensare a noi stessi,
se al povero mancherà il pane,
che se lo cerchi per conto suo.
Gli oratoriani di Chavín,
cantando forte "Valderí",
portando farina e patate vanno
a cucinare con te, Don Bosco.
Se tu sazierai i poveri,
sorrisi vedrai, ti rallegrerai;
il segreto sta nel regalare,
nel fare felici gli altri, sarai felice.
Carriera e università
sembrano la felicità,
andare a Lima è l'illusione
che ucciderà la religione.
Amico mio ti insegnerò
il segreto della felicità:
dai da mangiare agli altri,
alla tua pancia non pensare.
L'uomo non ha coraggio,
se non brinda con gli alcolici.
Sarai approvato se seguirai il vizio.
Il vizio non mi sconfiggerà,
la mia gente è affamata,
con te don Bosco a cucinare,
donerò il mio tempo libero.
Dopo il successo di “Don Bosco Chakipa”,
entusiasmato e sorpreso nello scoprirmi
“talentoso” nella composizione, volli scriverne
una anche l’anno successivo, per il concorso
oratoriano “Don Bosco cocinero”, ribattezzata
“Don Bosco Televisión" (erano gli anni in cui
la TV si iniziava a diffondere sulle Ande!).
È nello stesso stile musicale della prima,
ma il testo critica il mondo che vende falsi
insegnamenti ai giovani, mentre la chiave
da scoprire per dare senso alla vita sta
nel donare qualcosa di nostro al prossimo.
Dovendo tornare in Italia, passammo per
San Luis dove la cantammo a p. Daniele
che la apprezzò molto e propose l’alzata di
tono nella ripetizione del ritornello finale.
Fu quindi Daniele ad insegnarla alla Festa
dei Catechisti, assieme alla canzone
omonima da lui composta, un gesto
che nasconde in sé un certo senso
di umiltà.

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