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DON BOSCO 5-2
Toc - toc! Un bambino e la sua nonna
bussano alla porta,
con i loro occhi mi dicono:
"Puoi regalarci del cibo?"
"Entra, siediti a tavola",
"Può entrare la mia sorellina?"
E la casa, che incuria!
La porta è rimasta aperta.
"Sì, sì, entrate; un momento!...
quello era il mio panino!"
Quanti poveri, oh Mamma!
come potrò aiutarli?
Duro lavoro, sogno, realtà,
apri le mani della carità.
Dagli i tuoi pani e pesci e vedrai
che gran miracolo farà don Bosco.
Orizzonti infiniti, brucia il sole,
piange un bimbo.
I genitori vanno al lavoro,
i figli sono soli.
Chi giocherà con loro?
Chi li educherà?
Chi si prenderà cura del loro corpo?
Chi parlerà loro di Dio?
Hanno bisogno di un asilo!
Uno è poco, 5 sì!
Quanti bambini, oh Mamma!
come potrò aiutarli?
Dalla montagna e dalla foresta,
di ogni razza e religione,
molti sono poveri
e cercano un miglior destino.
Chi sarà il tuo prossimo?
Tutti quelli che aiuterai;
il tuo vicino è un fratello,
induista o musulmano.
È un sogno: carità,
non puoi fermarlo.
Costruiamo con bontà
la “Ciudad de la Amistad".
Che gran miracolo farà don Bosco.
“Don Bosco 5, 2” descrive la realtà de
“las invasiones” della periferia di Chimbote
dove iniziava in quegli anni,
con la costruzione delle 5 scuole per
l’infanzia, l’avventura della “Ciudad de
la Amistad".
Padre Ugo sognava e promosse questa
Città con tutta la sua volontà ed energia
per il bene della popolazione,
drammaticamente insediata nella zona
desertica, senza ausili né servizi, al
limite della sopravvivenza.
Desiderava riscattarne la dignità
offrendo una speranza di vita migliore.
È un’avventura che perdura con lo
sforzo di tanti volontari, messi alla
prova anche dalla crudeltà del
martirio di Nadia de Munari.
“Cinco, dos”, che era il titolo del
Concorso dell’Oratorio di quell’anno
(2015), allude alla moltiplicazione
dei 5 pani e dei 2 pesci.
La realizzazione della “Ciudad de
la Amistad" può avvenire solo
grazie ad un miracolo
per il quale a don Bosco chiediamo
intercessione.
La canzone, mi piace ricordarlo,
diventò particolarmente cara alle
ragazze della “Casa Mama Mía”.

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