0
DI’ LORO CHE HANNO UN PADRE
In sogno ho visto un ragazzo sorridente
chiamarmi per un lungo viaggio,
volando sopra un grande continente
ho visto un mondo selvaggio.
Di’ loro che hanno un padre, facendo carità
con il sudore e il sangue la terra fiorirà.
Dammi le anime, portati via il resto;
per i ragazzi che amo desidero l’eternità.
Dammi le anime, portati via il resto;
il tuo sogno sarà anche il mio:
desidero l’eternità.
Ho visto in sogno molta gente
lottare per le ricchezze,
uccidere il bimbo povero e innocente,
avere invidia del più importante.
La bella Signora, che mi apparve in sogno,
mi ordinò di convertire i lupi in agnelli.
Dammi le anime, portati via il resto;
per i ragazzi che amo desidero l’eternità.
Dammi le anime, portati via il resto;
il tuo sogno sarà anche il mio:
desidero l’eternità.
Il mondo, serpente attraente,
come un fiume triste di amaro peccato
vuole trascinare con la sua corrente
l’uomo che Dio ha creato.
Io sogno un torrente limpido
che potrà lavare la mia anima,
come un fiume di acqua viva
spegnerà la mia sete.
Dammi le anime, portati via il resto;
per i ragazzi che amo desidero l’eternità.
Dammi le anime, portati via il resto;
il tuo sogno sarà anche il mio:
desidero l’eternità.
Di’ loro che hanno un padre, facendo carità
con il sudore e il sangue la terra fiorirà.
“Diles que tienen un Padre” è una canzone
dell’anno 2000, la prima che ho scritto insieme
al padre Giorgio Barbetta, che allora era da
poco tempo parroco di Piscobamba dove noi
abitavamo da dieci anni.
I sogni di Don Bosco hanno avuto un’influenza
a volte profetica ed altre rivelatrice
nel corso della sua vita.
Nella canzone si fa riferimento ad alcuni di essi
(“Il sogno dei nove anni”, “Il grande serpente”,
“Le missioni in Patagonia”) il cui messaggio
viene poi attualizzato ambientandolo
nelle problematiche dell’uomo nel mondo
moderno.
La missione di Don Bosco e di ogni cristiano
è quella di portare una testimonianza concreta
del Vangelo.
Don Bosco l’aveva sintetizzata nelle parole
“Dammi le anime, toglimi il resto” ,
lapidariamente scritte in un quadro nel suo
ufficio.
Le stesse si ripetono nel ritornello della
canzone e racchiudono l’intento di tutta la
sua vita.
La canzone, scritta per la festa dell’oratorio,
è un omaggio a don Bosco ed è molto adatta
anche per le funzioni religiose.
In essa si unirono le nostre sensibilità musicali
e le capacità compositive, generando amicizia
nella gioia di comporre insieme.

Aiutaci a migliorare il sito, alla pagina Segnalazioni accettiamo tutti i feedback, consigli e suggerimenti.