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CANDELA ACCESA
Unico amore mio, mio bene, ti lascio.
Non dimenticarmi se vado lontano.
Ti ho regalato una candela accesa,
come una voce che ti ripete: “Tornerò da te”.
Nella notte oscura la mia luce brillerà:
neppure il vento d’alta quota la spegnerà.
Gesù, luce e vita, Gesù chiamerò;
candela accesa: “Sì, io tornerò”.
Arrivo molto stanca di aspettare Papà,
sono la sua figlia amata che sta alla porta;
la candela è accesa, l’ho sempre curata,
nel rendere la vita, ho chiamato Gesù.
Entra figlia amata nella tua nuova casa,
vita spesa bene alla ricerca di Dio.
Sei benvenuta dalla tua Mamma.
Io, Gesù, la tua vita; io, tuo Dio, Papà.
In questo canto, con le note della melodia
prese da un canto gregoriano
" Adoro te devote" Ugo racconta
in musica una parabola per spiegare come
è il suo sogno dell'incontro con Dio alla fine
della vita.
Il papà, prima di andare via, lascia alla figlia
una candela che lei dovrà sempre tenere
accesa nel buio e non dovrà mai permettere
che si spenga.
La candela rappresenta il tesoro più fragile e
prezioso.
La bambina promette di custodire la
candela, il tempo passa e trascorre la vita.
Alla fine di un lungo cammino, stanca e
vecchia, si trova davanti ad una porta.
Quando la apre trova il suo papà ad
accoglierla e ad abbracciarla: e lei si
accorge con gioia
e stupore di essere di nuovo una bambina
e che, insieme al padre, nello stesso
abbraccio, ci sono la mamma, i fratelli e
le sorelle, gli amici più cari che in vita lei
ha amato e le hanno voluto più bene.
Niente dell'Amore viene perso.

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