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MARE E TERRA
Mare e terra ho attraversato,
valli e cime ho scalato.
Perché poi tanto andare?
Vado così stanco, come un folle
corro, scappo come un cervo.
Perché poi tanto andare?
Non vedi, sono perduto e solo.
Non vedi il mio povero cuore.
Non vedi, mi dispero e piango.
Non vedi, mi manca il tuo perdono.
Resta nella tua casa,
c’è vita e calore;
la Madonna ti abbraccia,
il suo amore ti riscalda.
Lima, costa, mille città,
confusione, fretta, smog, malvagità.
Perché poi tanto andare?
Bere, soldi spesi male,
la mia famiglia rovinata.
Perché poi tanto andare?
1985: padre Ugo scrive questo canto
dopo aver ascoltato storie di ragazzi e
paesani trasferiti a Lima o nelle grandi
città, in cerca di quella fortuna
che spesso non hanno trovato.
Lontani dalla terra natale, la loro povertà
si aggrava e sono sopraffatti dalla
disperazione, solitudine, umiliazione
e perdita di dignità.

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