Tonalità

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Sogno ribelle

Lorenzo Biasi


Commento

Ero in Perù, a Quinharagra, per i miei 4 mesi, 

tra giugno e ottobre del 2000, con Antonella, 

Monica e Pino.

Trovarmi di fronte alla povera gente mi 

faceva sentire un ipocrita, idiota. 

Mi rendevo conto di essere povero anch’io, 

povero dentro. 

Povero nei pensieri. 

Povero nel cuore. 

Davanti a questo solo la voglia di stare in 

silenzio. 

Di fare la carità, e non ero neanche tanto 

capace, me ne rendevo conto. 

Regalare, svuotarmi, piangere. 

Così, in questi momenti in cui mi sentivo 

piccolo piccolo alzare lo sguardo mi 

regalava quasi un sorriso. 

L’immensità del cielo, di quelle stelle 

che a 4000mt in un luogo incontaminato 

apparivano più brillanti che mai. 

Quelle stelle che mi dicevano che si 

poteva fare. 

Che mi potevo fidare di loro. 

Dell’OMG. 

Che era da pazzi, ma era l’unica strada 

possibile che avevo trovato 

per poter guarire il mio cuore dal non 

senso della vita. Volerlo gridare. 

Dirlo a tutti. 

A tutti quelli come me. 

Che è possibile. 

Che c’è. 

Un sogno ribelle.


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