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Lasciandomi ispirare da Sergio Valori,
durante l’estate, forse quella del 2000,
avevo cambiato i miei programmi
decidendo all’ultimo minuto di salire
ad un campo in Formazza organizzato
dagli umbri.
Mi appariva chiaro come questo cammino
mi portava a svuotarmi da tutto ciò che
non serviva…
ma mi appariva spaventoso rendermi conto
che una volta tolto tutto il superfluo nel mio
cuore non c’era niente di speciale.
Rimanevo io.
Col mio cuore troppo sensibile che spesso
restava chiuso.
Con la mia mente logorroica
che quando c’era qualcosa di buono
lo calpestava allegramente.
Col mio istinto sempre confuso e in
tempesta.
Ecco l’immagine di me, come un bidone
che rimane vuoto…
e sul fondo nessuna via d’uscita.
Quindi? Rimango sperando
che quel che non trovo… possa arrivare.
Di questa canzone ricordo che il riff
di chitarra in sottofondo l’avevo pensato
e suonato, forse appena tornato da un
campo o da gruppo, seduto sul sedile
della FIAT Tipo di mia mamma.

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