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GIULIO
Vengo di notte a chiedere la tua vita,
come un ladro a rubare il tuo tesoro.
A mezzanotte ti chiamerò.
Siamo compagni, mani in alto!
Siamo di Sendero Luminoso,
la tua vita sta per finire!
È già l’ora di consegnare la mia vita,
al morire, seguire Gesù in croce.
Amici ciao, addio.
Aiutami Mamma, Mamma.
Nelle braccia della mamma,
Giulio bambino ti invocò,
si offrì ai poveri,
Giulio muore e torna a te.
Il suo ultimo sospiro:
vieni Gesù, mio unico amore,
vieni Gesù, Tu mio salvatore.
Vieni Gesù, vieni a me,
nelle tue braccia io riposo.
Vieni Gesù, vieni a salvarmi,
vieni Gesù, non mi abbandonare.
Vieni Gesù, vieni a me,
nelle tue braccia io riposo.
Vengo di notte a bussare alla tua porta,
sono un amico, sii buono, svegliati.
Arriverò come un importuno.
Compra Gringuito! Servimi da mangiare!
Curami la ferita! Ti regalo il mio figliolo.
Dare con bontà senza fermarsi, carità.
Ho deciso: seguire Gesù, mia luce.
Amici ciao, addio.
Aiutami Mamma, Mamma.
Vengo di notte, amore, con una rosa,
io vado avanti, tu aspettami sposa.
Con la candela accesa, io tornerò.
Bella notizia! Giulio sarà sacerdote!
Questa splendida notizia
sarà coronata nel cielo.
Lasciare i genitori, la casa, l’amore.
Ho deciso: seguire Gesù, mia luce.
Amici ciao, addio.
Aiutami Mamma, Mamma.
Scritto nel 1993 per il 1° anniversario della morte
di GIULIO ROCCA ucciso dai terroristi di
Sendero Luminoso a Jangas (Ancash)
il 1 ottobre 1992.
Giulio era un volontario dell’Operazione Mato
Grosso, di 30 anni, che da pochi giorni aveva
deciso di entrare in seminario.
Svolgeva un’attività nascosta
di servizio, ma indispensabile,
per tutte le missioni.
Il canto ripercorre la vita e la morte del nostro
primo martire.
Padre Ugo descrive come il Signore è venuto
a cercare Giulio chiamandolo a donare la vita
nella CARITÀ e l’ultimo grido di Giulio che
chiama Gesù in suo aiuto nel momento
del martirio.
Le strofe descrivono come Dio possa arrivare
“all’improvviso” per ognuno di noi.
Mentre le voci fuori campo degli interludi:
la prima è dei terroristi di “Sendero Luminoso”,
la seconda è la voce dei poveri che chiedono
la carità,
la terza è la voce di Padre Ugo commosso che
annuncia: “Giulio sarà prete in cielo”…
e tutti lo applaudono.
Sul finire c’è la voce di Giulio che saluta e rivela
i pensieri della sua anima.
Nel ritornello, rievocando le antiche note
gregoriane della Messa degli Angeli,
un coro narra la sua storia e la sua preghiera
per essere accolto da Dio.
Da una testimonianza:
Con Giulio eravamo amici di gruppo.
Se penso a lui raccolgo la sua vita intorno
a questi 2 punti.
Il primo: CERCARE.
Il punto di partenza è un'inquietudine,
un'insofferenza verso il mondo, l’ingiustizia,
l’ipocrisia, la falsità. Le sue parole: Bastardi
occidentali che non siamo altro che non
sappiamo vedere dietro la povertà il frutto
del nostro egoismo.
È l’urgenza di cambiare, lui per primo la vita.
Cercare non è un'idea, non sono parole, è la
vita che subito diventa REGALARE, diventa
cammino.Subito il suo regalo è vero e
concreto nelle piccole cose: regala il tempo,
raccoglie carta e ferro, raccoglie i bejolin.
Regala i suoi soldi per pagare il furgone,
paga la benzina, è essenziale, pochi vestiti,
poche cose…
Poi viene in missione.
L'inquietudine del suo cuore sfocia in una
domanda chiara
“Come voglio vivere la mia vita? per chi?
per che cosa?”
Parte. Vive qui, in Jangas.
Regala la sua disponibilità.
Fa le compere per le altre missioni anche
se non gli piace maneggiare i soldi,
guidare il carro.
Ascolta e fa sue le esigenze della gente.
Ci sta in mezzo ai poveri. Cammina.
Per i poveri, nel tempo del colera, accompagna
gli infermi a Huaraz perché nessuna auto li
vuole accompagnare per paura del contagio.
Ma poi anche aiutare i poveri non basta al suo
cuore che continua a cercare. E la domanda
diventa “Qual è la mia vocazione”.
Lascia libera la sua ragazza di entrare in un
convento.
Incontra la solitudine: Giulio di fronte a se
stesso… incontra la lotta, una lotta forte tra
il suo cuore che desidera regalare tutto e
farsi sacerdote, e la testa, i pensieri che lo
frenano, il dubbio del nulla.
In questa lotta Giulio è vicino a noi… come un
ragazzo normale con slanci e paure… ma alla
fine REGALA la sua obbedienza al padre Ugo.
Da solo non riesce. Gli costa…
“Sì, entro in seminario”:
Tre giorni dopo la morte.
Regala tutto. Perde la vita.
A me, a noi lascia il suo biglietto: la carità, Gesù.
Ogni volta che lo guardo mi chiedo: “E io cosa
voglio scrivere con la vita su questo biglietto?”.
Ogni giorno devo scrivere qualcosa.
Essere fedele è la sfida di ogni momento ed è
anche uno scossone alla mia tentazione di una
vita regolare e a mia misura, è un richiamo
continuo a essere serva inutile ed essere
contenta così.
Giulio aiutaci ed accompagnaci.

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